La nascita del Teen Challenge
Il testo è tratto dal libro “40 anni”, L’ATC, 2019
Leggendo un articolo sulla rivista Life del febbraio 1958, il pastore di una piccola chiesa delle campagne della Pennsylvania (USA), David
Wilkerson, fu attratto dal tentativo di fornire una assistenza spirituale a dei giovani coinvolti in un omicidio a New York. Si trovò così per la prima volta nella sua vita a contatto con il degrado, l’abbandono, la droga, la promiscuità sessuale e la violenza degli adolescenti di quella città.
Wilkerson si prese a cuore la situazione di quei giovani e iniziò, tra le strade della città, a predicare ad adolescenti violenti e tossicodipendenti, la Bella Notizia della possibilità di cambiare vita. Era una sfida per quei ragazzi, e da qui nacque il nome Teen Challenge.
Ben presto si accorse che chi si avvicinava alla fede ricadeva facilmente nello stile di vita precedente, sotto le forti pressioni degli amici. C’era bisogno di una “casa protetta” nella quale potesse rafforzare il cambiamento iniziato, prima di rientrare nel suo ambiente di origine.
Fu aperta una casa di accoglienza a Brooklyn, in cui volontari di chiese evangeliche, senza preparazione specifica, cominciarono ad aiutare chi voleva cambiare vita, integrando lo studio della Bibbia e la sua applicazione con altre attività di vita comunitaria.
Il lavoro svolto a New York ottenne dei riconoscimenti da parte del Dipartimento della Sanità dello Stato di New York e dal National Institute on Drug Abuse. Una ricerca effettuata nel 1975 dalla dott.ssa Katherine Hess (la prima che introdusse il metadone nello Stato di New York) evidenziò una percentuale di riuscita dell’86%, molto superiore a quella ottenuta in ospedali specializzati (1%) e in comunità terapeutiche sociali (10%), indicando come unica differenza significativa la presenza, nelle comunità Teen Challenge, di un “fattore Gesù”, come fu chiamato.
L’eco di questa iniziativa si sparse velocemente e nacquero molti altri gruppi Teen Challenge negli USA, ottenendo espliciti riconoscimenti e apprezzamenti da diverse istituzioni, compresi i presidenti americani Gerald Ford, Ronald Reagan, George Bush sr. e George Bush jr.
Teen Challenge inizia in Europa
Teen Challenge sorse in Europa nel 1969 a L’Aia, in Olanda, con l’arrivo del dott. Howard Foltz, un missionario evangelico americano che aveva già collaborato con Teen Challenge negli USA, che cominciò a predicare per le strade e ad aprire dei punti di primo contatto (i coffee-house) e i primi centri di riabilitazione per tossicodipendenti.
A partire dall’Olanda, queste iniziative si svilupparono man mano nel resto dell’Europa, arrivando attualmente ad essere presenti nella maggior parte delle nazioni del continente.
Con l’espansione nacque la necessità di formare chi voleva dedicarsi a questa missione, per cui a Wiesbaden (Germania) si aprì una scuola di formazione, che fu un importante riferimento e punto di coordinamento per il Teen Challenge europeo. Nel 1999 la sede fu poi trasferita a Fanhoes (Portogallo).
Teen Challenge diventa un network mondiale
Nel 1994, per rispondere meglio alle numerose e continue richieste di aiuto e collaborazione per iniziare attività Teen Challenge in nazioni extraeuropee, fu creata un’apposita struttura di riferimento, inizialmente chiamata Teen Challenge International e poi Global Teen Challenge, il cui primo direttore fu Don Wilkerson, il fratello di David.
Dalla sua fondazione, Global Teen Challenge ha potuto offrire sostegno e collaborazione finanziaria, di formazione, di contatto con le autorità e di incoraggiamento per iniziare o sviluppare Teen Challenge in tutto il mondo (attualmente T.C. opera in oltre centotrenta nazioni).
Teen Challenge in Italia
Pionieri
Un primo inizio: Teen Challenge Italia – Sfida Giovanile
In Italia Teen Challenge fece la sua prima apparizione nel 1973, con la costituzione a Vicenza dell’associazione “Teen Challenge Italia – Sfida Giovanile”, costituita da missionari americani, pastori e responsabili di chiese che volevano impegnarsi nel lavoro fra i tossicodipendenti, coinvolgendo anche Giacomo (Tony) Tomaselli con sua moglie Maria del Rosario (Charito) Ortega Gonzales, che si erano convertiti a Cristo alcuni anni prima a Vicenza.
In collaborazione con Continental Teen Challenge, furono attuate alcune iniziative evangelistiche e fu acquistata una vecchia tenuta colonica a Melazzo, un piccolo paese in provincia di Alessandria a pochi chilometri da Acqui Terme, per iniziare un’attività di recupero di persone tossicodipendenti.
A causa di svariate e forti opposizioni e difficoltà, l’associazione fu sciolta nel 1975. Tuttavia, avvertendo una personale chiamata da Dio per lavorare in questo settore, Tony e Charito decisero di continuare da soli l’attività di recupero, rilevando la fattoria nella quale si trasferirono con i figli Walter e Silvia (in seguito nacque anche Ester).
Con il loro trasferimento presero avvio i lavori per la trasformazione della fattoria in comunità di recupero. I fondi necessari provennero soprattutto dall’attività professionale di Tomaselli, e in piccola parte da qualche chiesa evangelica italiana ed estera (grazie al sostegno di un missionario americano, Alfred Perna jr).
La ripartenza: “L’Arca Teen Challenge”
Con il sostegno morale e in collegamento con il Teen Challenge europeo, nel 1979 fu creata l’associazione “L’Arca – Centro cristiano di assistenza drogati – Teen Challenge”, i cui soci fondatori appartenevano a diverse realtà evangeliche italiane, quest’ultimo fu un aspetto molto importante che rese la collaborazione e lo scambio, con le svariate espressioni delle chiese evangeliche, una delle basi fondanti dell’opera.
L’associazione, il cui nome venne successivamente modificato in “L’Arca Teen Challenge”, adottò principi ispiratori, filosofia e metodologia di lavoro del Teen Challenge e usufruì, grazie all’interscambio con il network Teen Challenge in Europa e USA, dell’esperienza maturata anche in culture e realtà sociali nelle quali le dipendenze si erano sviluppate in anticipo rispetto all’Italia.
Nel maggio 1979 si tenne, grazie a Eurasia Teen Challenge, il primo corso di formazione e di informazione. Fu un momento molto importante che contribuì all’ddestramento dei primi operatori, tutti volontari, provenienti da chiese evangeliche italiane. Si ricominciava!
Anche se precedentemente Tony e Charito avevano già ospitato alcune persone tossicodipendenti in forma saltuaria, il lavoro di riabilitazione iniziò “ufficialmente” nell’autunno del 1979, con la formazione di un gruppo di lavoro stabile e l’arrivo dei primi “studenti”, come venivano chiamati.
Negli anni precedenti si erano già avvicendati alcuni collaboratori, ma quelli presenti nell’autunno del 1979 erano Tony e Charito Tomaselli, Gianni Sensoli da Roma, Chiara Mariani da Perugia, Adriano Cerrina di Asti, Terry e Marsha Peretti con i loro due bambini (missionari delle Assemblies of God americane), Aase Bistroff dalla Danimarca e Gianfranco e Carmen Giuni da Milano. Molti altri si aggiunsero nel corso degli anni, sia per l’apertura di nuove comunità, sia per un ricambio, collaborando per periodi più o meno lunghi.
Tutti “vivevano per fede”, senza alcuno stipendio, ma come missionari ricevevano offerte da parte delle chiese che desideravano sostenerli. Le offerte erano anche la voce più importante delle entrate dell’associazione, la quale ha sempre basato il proprio lavoro principalmente su aiuti economici provenienti dalle chiese evangeliche italiane (tranne che sporadiche offerte dall’estero), dalle quali provenivano anche tutti i collaboratori, rinforzando lo scambio fra realtà evangeliche di varia estrazione e tradizione.
Adattando quanto fatto all’estero alla situazione italiana, fu stabilito un programma terapeutico che comprendeva momenti di riflessione biblica e preghiera, lavoro, ricreazione e sport, incontri individuali e di gruppo, attività esterne.
Le attività lavorative erano spesso esperienze totalmente nuove anche per i collaboratori i quali le e svolgevano insieme agli studenti, rappresentando una sfida e un incredibile stimolo alla crescita personale.
Un’importante tappa nell’aprile del 1980 fu la prima “graduation”, il primo fine programma, di uno studente che aveva terminato il suo percorso. Il testo che venne preso a riferimento e che divenne in seguito uno dei “simboli” di questa comunità fu “Io sono l’Eterno che ti guarisco”.
Constatando la grande instabilità iniziale dei ragazzi appena arrivati, nell’autunno del 1980 venne aperta, a qualche chilometro di distanza da Acqui Terme, una casa di “prima accoglienza”, per ospitarli per qualche settimana e poter svolgere una prima evangelizzazione e verifica delle loro reali intenzioni di cambiare vita.
Ci fu anche l’opportunità di collaborare con il pastore Terry Peretti all’apertura di una chiesa evangelica ad Acqui Terme: sarebbe diventata la chiesa di riferimento dei collaboratori e degli studenti.
Stabilità
Apertura di comunità a Calamandrana e Gibellina
Fin dall’inizio si sentiva la mancanza di un posto dove ospitare le ragazze (la prima comunità era maschile) e questo rappresentava una limitazione del lavoro svolto. Il Signore rispose alle preghiere alla fine del 1980 tramite Romano Lacqua e Maria Valiente, una coppia che si era convertita a Cristo tramite la testimonianza di vita di Tony e Charito (Maria e Charito si frequentavano perché entrambe spagnole).
Dopo la conversione trasformarono il loro ristorante “La ruota” con l’annessa abitazione a Calamandrana Alta, un piccolo paese in provincia di Asti, in una comunità femminile, della quale furono i primi responsabili. Venne inaugurata nel maggio del 1981, avendo come testo biblico ispiratore “Se credi vedrai la gloria di Dio”.
Il bisogno e l’interesse per il recupero di persone tossicodipendenti era sempre più sentito nelle chiese evangeliche in varie parti d’Italia e verso la fine del 1982, con l’iniziale coinvolgimento a tempo pieno delle famiglie di Teresa e Gianni Giannone e di Daniela e Mauro Adragna (e relativi figli), fu aperta una comunità maschile a Gibellina (TP), nella ex baraccopoli eretta dopo il terremoto nella Valle del Belice del 1967 e concessa in uso gratuito dal comune, che la intitolò al generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, allora recentemente ucciso dalla mafia.
I nomi delle comunità
Con l’apertura di più comunità nacque il desiderio di dare loro un nome che le differenziasse. Ricordando una riflessione biblica presentata nel 1980 da uno degli anziani di una chiesa di Milano, Ismaele Giuni, riguardo al ruolo delle bibliche “città di rifugio” e cogliendone le analogie con quello delle comunità terapeutiche, se ne adottarono i nomi: quella a Melazzo fu chiamata Kades, quella a Calamandrana fu chiamata Sichem e quella a Gibellina Hebron.
Strutturazione
Finita la fase pionieristica in Italia, nei primi anni ‘80 la famiglia Tomaselli si trasferì in Spagna per iniziarvi il lavoro di Teen Challenge, lasciando la direzione ad un nuovo gruppo di persone, che proseguirono sul sentiero tracciato.
Crebbe la collaborazione con le chiese evangeliche, che indirizzavano a L’Arca Teen Challenge chi aveva bisogno di aiuto, e questa collaborazione si esprimeva anche in incontri fra persone provenienti da diverse realtà evangeliche, rinforzando l’aspetto di partecipazione aborazione e scambio “inter-denominazionale” del lavoro. Sembrava che nell’ambiente “neutro” de L’Arca Teen Challenge le diversità ecclesiali fossero accantonate di fronte al più grande e importante obiettivo di vedere il cambiamento radicale di vita che avveniva in ragazzi e ragazze senza speranza.
Il rapporto che si creò con molti degli studenti fu così intenso che è vivo ancora oggi, a molti anni di distanza.
A Pasqua del 1984 venne organizzato il primo raduno per “ex studenti”, e il tema scelto, “Gesù è il Signore”, permise di ringraziare Dio e ricordare i cambiamenti delle loro vite, avvenuti anche grazie alla disponibilità e impegno di tutti coloro che avevano collaborato nell’opera, chi per qualche mese, chi per anni, nell’opera.
La mano di Dio all’opera
In quegli anni furono ospitati ed aiutati, nel loro percorso di rinascita spirituale, emotiva e fisica molti ragazzi e ragazze con problemi principalmente, ma non solo, di tossicodipendenza. Molti di loro, purtroppo non tutti, si convertirono a Cristo e poterono rientrare nelle loro famiglie, ricucire le relazioni e riprendere i rapporti con figli o genitori (alcuni dei quali si convertirono a loro volta a Cristo), entrare a far parte attiva di chiese locali, reinserirsi nel mondo del lavoro, completare gli studi, sposarsi e costituire una famiglia.
Furono molti i momenti belli vissuti vedendo in prima persona l’intervento soprannaturale di Dio, spesso “dovendoci” aspettare un miracolo continuo, e Dio non deluse:
- offerte e cibo che arrivavano proprio nel momento in cui avevamo terminato tutto e stavamo pregando per quello;
- fu donato un necessario pulmino VW, che si sarebbe rivelato necessario, questo ancora prima che cominciassimo a pregare in modo specifico per questo;
- molti ragazzi e ragazze non attraversarono la crisi di astinenza da eroina dopo aver pregato per loro;
- altri dormirono “inaspettatamente” tutta la notte in seguito alla preghiera;
- alcune volte assistemmo a liberazioni di ragazzi e ragazze disturbati da oppressioni spirituali;
- ci furono coppie che riconsacrarono il loro matrimonio a Dio, dopo anni di uso di droghe;
- bambini che ritrovarono la propria mamma or,mai non più tossicodipendente, ricominciando a vivere con loro;
- processi penali che portarono ad assoluzioni o sospensioni della pena, grazie al cambiamento osservato dai giudici;
- e potremmo proseguire.
Furono anche tante le occasioni nelle quali vedemmo la protezione di Dio da incidenti, e tra queste non possiamo non ricordare:
- la protezione e la calma che Dio diede a Sergio, uno dei collaboratori, quando un ragazzo lo minacciò seriamente con un coltello da cucina;
- oppure quando un ragazzo alto e forte prese a pugni Daniele, che non riportò conseguenze;
- o quando una ragazza durante un colloquio prese il braccio di Gianfranco mordendolo e lasciandogli le sue “impronte dentali”;
- quando un ragazzo “palestrato” mise improvvisamene le mani attorno alla gola di Filippo senza riuscire a stringerle;
- quando entrammo nella stanza di un ragazzo proprio nel momento in cui aveva spruzzato alcol in giro e stava cercando di accendere un fiammifero;
- quando il trattore a cingoli, su cui un ragazzo stava lavorando, si rovesciò senza che lui ne ricevesse gravi danni;
- quando entrammo nella stanza di una ragazza, proprio quando lei era sul davanzale della finestra per buttarsi del secondo piano;
- e ancora quando un ragazzo nel bosco scivolò andando ad appoggiare il piede sulla lama di una motosega accesa, che tagliò suola e calza senza incidere la pelle;
e tanti altri episodi per i quali a Dio vanno il ringraziamento e la gloria.
Alcuni di coloro che uscirono dalla tossicodipendenza in seguito sono diventati pastori e anziani di chiesa, altri responsabili di gruppi giovanili, altri ancora hanno dedicato la loro vita ad aiutare chi era nel bisogno con Teen Challenge o missioni e associazioni cristiane di altro tipo.
Altri ancora, e a loro va un ricordo particolare, sono morti di AIDS o malattie epatiche, conseguenza della loro vita precedente.
In quegli anni ci furono tre gravi perdite tra i collaboratori: Romano Lacqua nel 1986, responsabile del Centro Sichem, Umberto Mosca, che collaborava al Centro Kades nel 1987, e Matteo Leccese nel 1993, che collaborava con l’Ufficio Centrale e il Centro Sichem. Ci hanno preceduti con il Signore durante il servizio che stavano svolgendo per Dio, ed a cui avevano dedicato la vita, lasciando tutto per “vivere per fede”.
Altri ci hanno preceduti in anni successivi al termine della loro collaborazione con L’Arca Teen Challenge, come Lina Grassi, Gianni Giannone e Steve e Patty Gray
Li vogliamo ricordare per chi furono e per quello che hanno fatto e significato.
Le altre attività svolte
Parallelamente al recupero dalle dipendenze, si svilupparono e svolsero molte altre attività, sia di servizio che di informazione, ma sarebbe troppo lungo, e noioso, elencarle tutte. Ne citiamo solo alcune:
- Per far conoscere il lavoro svolto, dopo le iniziali lettere circolari ad amici, sostenitori e chiese evangeliche, fu fondato il periodico “Giornale di Bordo” prima, e “Liberi di…” dopo, che divenne lo strumento principale di informazione delle attività e necessità.
- La formazione è sempre stato un aspetto importante e, dopo il primo corso del maggio 1979, si continuò ad organizzarne, inizialmente durante le estati, e successivamente anche presso chiese locali, diventando uno strumento per la formazione di collaboratori, con lo scopo di far conoscere il lavoro svolto e per aiutare le chiese locali ad affrontare problemi simili.
- Furono pubblicati alcuni libri e il primo, in occasione del decimo anno di lavoro nel 1989, fu “Il gioco del vigliacco” di Bob Hughes, la storia di un ragazzo uscito dalla tossicodipendenza; nel 1992 venne pubblicato “A un passo dall’inferno” di Don Wilkerson, sul tema dell’aiuto a persone con gravi problemi; nel 2001 “Consigli con le Scritture” di Don Wilkerson, una raccolta di testi biblici da utilizzare nella consulenza; nel 2003 “La Bibbia nella consulenza” di Waylon Ward, un approccio al counselling cristiano; nel 2009 “Il cuore ferito” di Dan Allender, sul tema degli abusi sessuali; nel 2012 “Lo sai solo se lo fai” di Gianfranco Giuni, su alcuni aspetti dell’insegnamento biblico; nel 2014 “Articoli sul counseling cristiano”, una raccolta di testi sull’argomento.
- In collaborazione con chiese evangeliche locali si organizzarono campagne evangelistiche in molte località, sia attraverso conferenze, sia con l’ausilio del film “La croce e il coltello”, sia con gruppi musicali, testimonianze o predicazioni.
- Un gruppo formato da collaboratori e studenti produsse due musicassette di lode “In un attimo l’eternità” nel 1983 e “È giunto il tempo” nel 1985.
- Fummo presenti con uno stand a manifestazioni, conferenze e feste popolari; partecipammo a trasmissioni radio e televisive, sia della RAI sia di emittenti private, evangeliche e secolari, parlando di dipendenze e recupero.
- Fin dal 1980 furono attivate iniziative di prevenzione all’uso di droghe per scuole e gruppi giovanili ecclesiali, ma fu dalla seconda metà degli anni ‘80 che la prevenzione si sviluppò in modo più sistematico con l’ausilio di “Marita”[10], un filmato prodotto dal Teen Challenge Norvegia. Alla fine degli anni ’90 si svilupparono nuovi approcci basati sui “fattori di rischio” per l’assunzione di sostanze (alcol, droghe ecc.) e altri comportamenti devianti. Fino al 2014 si tennero centinaia di incontri in scuole medie e superiori in molte città, a cui parteciparono molte migliaia di studenti.
- Il lavoro svolto da L’Arca Teen Challenge fece, inoltre, da paradigma per altre iniziative evangeliche di recupero per tossicodipendenti sorte negli anni seguenti. Collaborammo con la formazione di operatori alla nascita di comunità terapeutiche evangeliche a Grazzanise (CE) nel 1982, a Borgo Vodice (LT) nel 1982, a Trevignano (VT) nel 1984, a Sassuolo (MO) nel 1985 ed a Martina Franca (TA) nel 1991, e con alcune iniziative di primo contatto e ascolto a Bari, Genova, Grosseto, Manfredonia (FG), Milano, Napoli, Roma e Torino.
Le attività svolte furono quindi molte e alquanto diversificate. Alcune durarono anni, altre tempi più brevi.
Cambiamenti
Difficoltà, cambiamenti e problemi interni
Nel corso degli anni il lavoro conobbe fasi alterne di routine e grandi cambiamenti, di espansione e di contrazione, di benedizioni e difficoltà. Questo a causa sia dell’incertezza economica che tutte le attività, sostenute con offerte e libere contribuzioni affrontano, sia all’avvicendamento dei collaboratori, tutti volontari che vivevano “per fede”, molti dei quali si dedicarono a questo servizio a tempo determinato. La grazia di Dio si mostrò nella Sua capacità di utilizzare insieme strumenti umani imperfetti ed eterogenei.
Dopo la morte di Romano Lacqua, si creò la necessità di lasciare la casa di Calamandrana e nel 1988 il centro Sichem si trasferì a Sermide (MN), in una struttura in affitto più adeguata, e a Gianfranco Giuni fu chiesto di assumerne la responsabilità, prima ad interim, poi in modo definitivo.
Anche il Centro Hebron, alla fine degli anni ‘80, si trasferì da Gibellina (TP) a Comiso (RG), per avere strutture abitative migliori rispetto ai vecchi prefabbricati e avvicinarsi a zone più facilmente raggiungibili facilitando il contatto con le chiese evangeliche locali.
La necessità di rilevare la proprietà del Centro Kades, il trasferimento del Centro Sichem e la lontananza del Centro Hebron, portarono anche alla creazione di associazioni regionali, che avrebbero dovuto continuare a lavorare in collaborazione e sinergia.
All’inizio degli anni ‘90, però, sorsero difficoltà e tensioni relazionali interne per diverse impostazioni filosofiche ed ecclesiali, che crearono sofferenza e portarono allo scollamento di tutto il lavoro. Il Centro Hebron decise di staccarsi e continuò ad operare per alcuni anni sotto altro nome, mentre il Centro Kades decise di essere autonomo e si collegò successivamente con l’Ente Morale “Assemblee di Dio in Italia”.
Il lavoro prosegue
Il lavoro del Teen Challenge proseguì, quindi, solo con il Centro Sichem a Sermide che ne assorbì tutte le attività (riabilitazione, formazione, prevenzione, visite a chiese, conferenze ecc.). Grazie ad alcuni contributi dei Servizi Sociali per alcune studentesse e ad una generosa offerta, fummo in grado di acquistare nel 1992 la casa di Sermide. In questo frangente potemmo vedere concretamente come Dio stesse guidando le cose: quando tutti i documenti erano pronti, un inghippo burocratico rimandò l’acquisto di un anno. Ma nel frattempo la promulgazione della “Legge Quadro sul Volontariato” ci permise di risparmiare il 20% di IVA sull’acquisto!
Negli anni successivi ci fu il collegamento prima, e la fusione poi, con il lavoro svolto a Genova dal gruppo “Amici di Daniele”, nome poi cambiato in “VeriAmici Teen Challenge”, il cui promotore e responsabile fu Daniele Marzano. Era un’attività di primo contatto con persone nel disagio, tossicodipendenti e prostitute presenti per le strade del centro storico della città, iniziata e portata avanti con la collaborazione di persone appartenenti a molte chiese evangeliche genovesi, che si ampliò con l’apertura di un coffee-house e successivamente di una ludoteca per bambini. In questo modo il lavoro del Teen Challenge ritornava sulla strada e riceveva un’ulteriore spinta di sviluppo e di visione.
Oltre alle attività di recupero, di prevenzione, di formazione e di counselling, furono tante le iniziative che ci videro coinvolti:
- attività umanitarie in favore di profughi dall’est Europa con raccolta e distribuzione di vestiario, cibo e medicinali (Albania, Romania, Polonia, Repubblica Ceca);
- collaborazione alla nascita del Teen Challenge in Svizzera, Repubblica Ceca e Serbia, e alla formazione degli operatori in altre nazioni, come Macedonia, Austria, Francia, Croazia, Polonia, Slovacchia, Norvegia e Uruguay;
- la cura dell’organizzazione di conferenze europee di Europe Teen Challenge, alcune delle quali si svolsero in Italia;
- la partecipazione a molti convegni, conferenze e dibattiti su dipendenze, abusi, famiglia e prevenzione.
Chiusura e sviluppo
Dopo anni di lavoro e di sviluppo, il numero di ragazze presenti nella comunità iniziò a diminuire, fino a quando, nel 1997, anche in seguito al distacco di altri collaboratori, l’attività di recupero residenziale femminile fu dapprima sospesa e poi definitivamente chiusa. In concomitanza, però, le altre attività di formazione, counselling, conferenze, prevenzione e visite a chiese evangeliche continuarono a svilupparsi e espandersi.
Il counseling: un nuovo programma
Il servizio di counselling cristiano iniziò nel 1999 con il primo corso di formazione specifico a Sermide (MN), ma fu nel 2002 che iniziò la formazione in counselling cristiano certificato dalla Association of Christian Counsellors (UK). Il counselling, da quegli anni in poi, fu il settore di maggiore crescita e sviluppo, sia per la richiesta di aiuto da parte di persone e famiglie, sia nella realizzazione dei corsi di formazione tenuti sia in Italia che all’estero (Portogallo, Rep. Ceca, Ucraina, Uruguay).
L’obiettivo rimaneva lo stesso: aiutare persone con importanti bisogni di cambiamento, persone provenienti sia da chiese locali, sia dall’esterno, nel qual caso l’aiuto diventava una diversa forma di evangelizzazione, mostrando come Gesù avrebbe potuto trasformare le loro vite.
Stimolo finale
Non sempre le cose vanno nel modo in cui a noi piacerebbe e come abbiamo programmato.
Nel percorso di un servizio al Signore, oltre a benedizioni, miracoli, soddisfazioni e gioie, possono esserci momenti difficili, di tensione, di dubbi, di sofferenza.
La capacità di affrontarli mostra la solidità della nostra chiamata al servizio e lo spessore del nostro rapporto con Dio.
I momenti di sviluppo e di gioia evidenziano le capacità e i doni che abbiamo, le difficoltà evidenziano il nostro carattere e le motivazioni interiori.Sei stato chiamato? Sei stato ubbidiente? Ne valeva la pena?
Queste tre domande ci hanno aiutato a superare le crisi, e ci hanno anche sostenuto nei cambiamenti che queste crisi hanno necessariamente comportato e nei riadattamenti successivi.
Ritrovare la strada, riorientarsi, comprendere le nuove direttive, accettare le nuove sfide e rimettersi in gioco.
Dio modifica i percorsi durante il cammino, sei disponibile al cambiamento?
Attualità e futuro
Dopo la chiusura dell’attività di recupero residenziale a Sermide (MN), si fece sempre più forte l’esigenza di una sede logisticamente più accessibile. Fu individuata Asti come città che più rispondeva a svariate necessità e il trasferimento avvenne nell’estate del 2006.
Attualmente L’Arca Teen Challenge porta avanti iniziative e programmi che in parte non sono che una continuazione di quello che abbiamo sempre fatto, in parte esprimono un adeguamento alle differenti necessità non soddisfatte, che si sono create e sviluppate nella società e nelle chiese:
- prevenzione delle dipendenze con iniziative destinate sia a persone a rischio (giovani in età scolare), sia a genitori e adulti, attraverso incontri in scuole, chiese locali, gruppi giovanili e conferenze, con programmi che trattano uso e abuso di droghe e alcol, bullismo e dipendenze in genere;
- primo contatto con persone nel bisogno (tossicodipendenti, prostitute, homeless ecc.) sulle strade, attraverso il gruppo “VeriAmici Teen Challenge” di Genova;
- counselling cristiano, per aiutare persone con problemi che controllano la loro vita (dipendenze, difficoltà relazionali famigliari, conseguenze di abusi di vario tipo ecc.);
- formazione sul counselling con corsi accreditati dall’Associazione Consulenti Cristiani;
- partecipazione/organizzazione di conferenze, convegni e seminari di studio su argomenti collegati alle nostre specificità (dipendenze, educazione famigliare, comunicazione, abusi);
- cura una rubrica radiofonica, “Liberi da…”, in collaborazione con il centro di produzione radio CRC, su argomenti di attualità e dipendenze;
- comunicazione sociale tramite il sito www.teenchallenge.it e altri social network (Facebook e Twitter);
- collaborazione con Europe Teen Challenge e Global Teen Challenge in attività di formazione e conferenze sia in Italia, sia all’estero.
Tutto questo viene portato avanti in collaborazione e al servizio delle tante realtà ecclesiali presenti in Italia, rimarcando come L’Arca Teen Challenge continui a essere un ponte fra tante realtà di chiesa.
Tutto il lavoro svolto continua ad essere fatto “per fede”, grazie ad offerte e contributi, come proseguono ad operare “per fede” i collaboratori attuali. Questo è un segno della costanza della bontà di Dio, il qauel è sempre stato fedele nel provvedere quanto necessario… e anche di più!
A Dio va la gloria e il ringraziamento per quanto L’Arca Teen Challenge ha fatto in questi anni di aiuto a persone con problemi.
Ma… c’è ancora tanto da fare!
Un testo biblico base per il lavoro del Teen Challenge in Italia è stato: “Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione…”. Servire Dio nella nostra generazione, nella nostra epoca, attenti alle necessità, sensibilità, cultura e problemi del nostro tempo!
Adesso, dopo quaranta anni… le necessità sono ancora tante e a volte nuove: altri punti di primo contatto con persone nel bisogno (coffee-house o sportelli di counseling), case di accoglienza per persone in disagio (ragazze abusate, ragazze madri, prostitute ecc.), una scuola di counseling, case di accoglienza e aiuto a persone dipendenti (alcol, droghe, gioco, porno ecc.)…
E non sappiamo ancora quali potranno essere le esigenze e i bisogni futuri nella società e nelle chiese!
Ringraziamenti
Sono passati ormai quaranta anni da quando è iniziato “ufficialmente” il ministero de L’Arca Teen Challenge in Italia ed è giusto ringraziare pubblicamente tutti coloro che, in un modo o in un altro, a tempo pieno o parziale, con il loro denaro o con il sostegno in preghiera, hanno collaborato rendendo possibile arrivare fino ad ora.
GRAZIE!
Tra coloro che hanno collaborato a tempo pieno o parziale, ricordiamo, sperando di non dimenticare nessuno (nel caso gli chiediamo perdono e di farcelo sapere), in ordine alfabetico: Daniela e Mauro Adragna, Giovanna Angeloro, Anita Bergamin, Letizia Bettoni, Pina Biondi, Anna e Lino Brancato, Anna e Daniele Brulla, Margherita Caccavari, Giusto Cannella, Marilina Cassotta, Adriano Cerrina, Eva Ciociola, Gabriella Ciriaco, Sergio Crocivera, Daniele Dallari, Sara Defilippo, Ciro Dicembrino, Ornella e Gaetano Di Francia, Vittorio Dragone, Federico Ferrer, Samuele Franchillo, Teresa e Gianni Giannone, Camillo Giostra, Pietro Gironi, Francesca Giudice, Carmen e Gianfranco Giuni, Bruno Grassi, Lina Grassi, Patty e Steve Gray, Robert K. Hughes, Giusy e Filippo Iachella, Maria e Romano Lacqua, Matteo Leccese, Graziella e Pino Lotito, Lucia Lotito, Chiara Mariani, Gioachino Marino, Alessandro Marogna, Daniele Marzano, Franco Monteregge, Anna e Umberto Mosca, Maria Nicolosi, Annamaria e Claudio Pepe, Marsha e Terry Peretti, Maria Perrone, Nadia Pianalto, Françoise Pirastu, Rosalia e Aldo Ponterio, Maria e Tanino Randazzo, Roberta Rapezzi, Franco Sellan, Gianni Sensoli, Marina e Giancarlo Sottoponte, Francesca Spataro, Irene e Paolo Sueri, Charito e Tony Tomaselli, Antonietta e Claudio Trizio, Liliana Trombaiolo, Marina Turdo, Maurizio Vallebona, Susanne Waldner, Ester Ziino, Santina e Daniele Zingale, alcuni obiettori di coscienza (tra cui Giovanni Lauriero, Luca Minucelli e Antonio Zaghini) oltre ad alcuni missionari americani, canadesi e danesi e a tutti coloro che si sono avvicendati nel Consiglio Direttivo della associazione.